Fino al 14 luglio, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dakar, sarà visitabile “Dem Dikk/Viavai“, la mostra nata grazie ad un progetto di ricerca su Sandaga, lo storico mercato di Dakar, in Senegal.
Nel cuore della capitale senegalese, il Mercato di Sandaga era considerato più di un semplice luogo di scambio commerciale: era diventato un simbolo della cultura e dell’economia del Paese. Fondato tra il 1933 e il 1935 nel tipico stile neosudanese, ospitava oltre novecento botteghe che spaziavano dall’alimentare all’artigianato.
Ci sono diverse teorie sull’origine del suo nome. Tra le più diffuse, quella che afferma che il nome del mercato derivi da “dang ga”, riferendosi a un albero che abbelliva i suoi dintorni e fungeva da punto di riferimento. Nonostante sia stato designato come sito protetto del patrimonio nazionale del Senegal nel 2006 e abbia sopravvissuto a un incendio nel 2013, il Mercato di Sandaga è stato demolito nell’agosto del 2021. Questa demolizione ha segnato la fine di un’era, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo grazie alla sua ricostruzione.
In questo contesto di memoria e transizione, la mostra site specific “Dem Dikk/Viavai” ci fa rivivere tutta la storia del mercato. Il progetto, sotto la curatela di Mohamed A. Cissé, include il lavoro degli artisti italiani Stefania Gesualdo, che vive a Dakar da diversi anni, il duo Jukai (Marta Fumagalli e Riccardo Pirovano), attualmente basato a Berlino, e Djibril Dramé, senegalese.
Gli artisti hanno saputo interpretare l’essenza di Sandaga con sensibilità e innovazione. All’ingresso, il duo Jukai presenta un’installazione realizzata con materiali recuperati dal cantiere di demolizione del mercato. La loro opera utilizza luci e suoni registrati a Sandaga per mettere in evidenza la complessità del moderno consumismo e delle dinamiche socioculturali che ne stanno alla base.
Djibril Dramé, invece, offre uno sguardo intimo mostrando fotografie che catturano scene quotidiane del “Ruuk diskettes”, un angolo del mercato specializzato in abbigliamento femminile. Questo era un luogo dove ragazze adolescenti e donne di Dakar andavano per adornare i loro guardaroba di effetti sensuali. Nonostante fosse separato dall’edificio principale, era parte integrante del mercato. Anche la madre di Djibril lavorava lì come venditrice e, con queste immagini, Dramé rende omaggio alla resilienza di tutte le venditrici, simbolo della tenacia di Sandaga.
Stefania Gesualdo attraverso una scultura composta da dodici coppie di polmoni in cemento e un arazzo che ritrae la facciata del mercato, ci fa comprendere come Sandaga abbia continuato a respirare nonostante le varie avversità.
‘’Attraverso installazioni interattive, sonore e visive, gli artisti hanno sapientemente catturato la complessità e la vitalità del mercato Sandaga, offrendo uno sguardo intimo e coinvolgente sulle sue atmosfere uniche e sulle storie che lo rendono così amato e significativo per la comunità di Dakar”, dichiara il curatore Mohamed A.Cissé. “Questa mostra – continua – non solo celebra il passato e il presente del mercato Sandaga, ma anche il suo futuro, incarnando la speranza e la determinazione di una comunità che continua a prosperare nonostante le sfide. Con Dem Dikk/Viavai, ci uniamo alla narrazione di questo sito iconico, promuovendo la sua eredità e la sua bellezza unica per le generazioni future’’.
Le opere degli artisti, dunque, mirano a mantenere vivo il mercato e a trasmettere il suo dinamismo non attraverso la sua struttura fisica, ma attraverso le sensazioni e i suoni che gli sono propri, in quanto patrimonio culturale immateriale.
Info: Dem Dikk/Viavai, Istituto Italiano di Cultura di Dakar (mostra aperta al pubblico fino al 14 luglio)