Malta, laboratorio di pace

Charlie e il suo cane davanti alla cappella St. Nicholas, Zeitun. Ph. Silvia Dogliani

St. Paul’s Bay – Ogni mattina Charlie, così lo chiamano tutti da queste parti, raggiunge la cappella St. Nicholas di Zeitun con il suo inseparabile cane. Si siede sul muretto di pietra a prendere il sole mentre osserva le auto svoltare verso Marsaxlokk (Marsa Scirocco), il villaggio di pescatori conosciuto per il mercato della domenica.
È felice quando riesce ad intercettare un forestiero di passaggio e scambiare due chiacchiere.
Tra i tanti visitatori è arrivato di recente a Malta anche Papa Francesco per parlare di accoglienza. Il Pontefice ha definito questa terra un laboratorio di pace e un luogo-chiave per la sua posizione tra Europa e Africa, dove si incrociano popoli e culture, e per il fenomeno migratorio.

“Ti piace la nostra isola?”, mi chiede Charlie mentre scatto qualche foto alla cappella. Ordina al suo cane di scendere dal muretto e mi offre uno spazio per accomodarmi accanto a lui. Sotto un cappello di paglia con la scritta “Venezia” stampata su una fascia di tessuto rossa, esplode un sorriso. Mi confessa che ama l’Italia. Impossibile rifiutare l’invito. Charlie è un pensionato che si gode il tempo libero; prima lavorava per il Commissioner for Revenue, l’ufficio delle entrate di Malta.

Marsaxlokk (Marsa Scirocco), villaggio di pescatori. Ph. Silvia Dogliani

Bastano pochi minuti per capire che quest’uomo non è solo piacevole ed incredibilmente simpatico, ma è anche un grande conoscitore della storia di Malta – l’arcipelago del Mediterraneo formato da Malta, Gozo e Comino.

Saline, Malta. Ph. Silvia Dogliani

Da quasi diciotto anni, il Paese fa parte dell’Unione europea. Era il 1 maggio del 2004 quando Malta divenne membro.

Proprio qui è nata e cresciuta Roberta Metsola, la neoeletta presidente del Parlamento europeo che ha dichiarato di volersi battere per l’Europa, seguendo le tracce del suo predecessore, David Sassoli, scomparso l’11 gennaio scorso. La sua fermezza nel portare avanti i valori democratici europei è spiccata soprattutto nel suo recente viaggio in Ucraina, dove è in corso una guerra feroce che continua a calpestare dignità e diritti umani. È a Kiev che Metsola ha incontrato il Presidente Volodymyr Zelensky , dimostrando “la vicinanza del Parlamento europeo a quello ucraino” e sottolineando la necessità di prendere decisioni coraggioseper aiutare l’Ucraina a vincere la guerra” ed evitare che l’Unione europea fallisca.

Medina. Ph. Silvia Dogliani
Gozo. Ph. Silvia Dogliani
Marsaxlokk, Malta. Ph. Silvia Dogliani

All’Unione europea Malta è legata profondamente. Dal 2007 al 2013 il Fondo europeo di sviluppo regionale e fondo di coesione ha stanziato 850 milioni di euro per stimolare l’economia e migliorare la qualità della vita dei cittadini del Paese.
Dal 2014 al 2020, l’Unione europea ha investito altri 700 milioni di euro per creare nuovi posti di lavoro, aumentare la competitività aziendale e lo sviluppo sostenibile.

I finanziamenti europei di cui Malta beneficia, vengono impiegati anche in energia pulita, gestioni dei rifiuti e dell’acqua, ricerca e innovazione, con investimenti nelle infrastrutture didattiche e nel settore dell’istruzione, nonché in quello turistico, estremamente importante per l’economia locale.

A dicembre dello scorso anno, la Commissione europea ha erogato 41,4 milioni di euro (dei 316,4 milioni totali) di pre-finanziamento Recovery. Il fondo per la ripresa – o meglio noto come Next Generation EU – aiuterà il Paese con un piano di rilancio dedicato agli investimenti verdi, ma anche all’economia digitale e al rafforzamento del sistema sanitario, soprattutto in questa fase di emergenza da pandemia

Gli aiuti europei serviranno anche a sviluppare mercati di nicchia, potenziare i servizi, restaurare siti storici preservando le risorse naturali e culturali.

St John’s Co-Cathedra, Valletta, Malta. Ph.Silvia Dogliani

Ne sono un esempio Medina, antica capitale, o Victoria, la cittadella fortificata di Gozo, simbolo di resistenza. Proprio per restaurare quest’ultima, l’Unione europea ha stanziato 30 milioni di euro. I fondi europei sono stati utilizzati anche per recuperare il vecchio mattatoio di Valletta, trasformato nel 2019 nel centro culturale Valletta Design Cluster. Si tratta di uno spazio creativo che comprende laboratori, uffici di co-working per nuove start-up, sale conferenze, luoghi per ospitare artisti e organizzare mostre, eventi e kitchen space per la sperimentazione culinaria.

Nel 2018, la capitale di Malta, La Valletta, è stata nominata Capitale europea della cultura, mostrando ancora di più al mondo i suoi tesori, tra cui la magnifica Concattedrale di San Giovanni Battista (St John’s Co-Cathedral), una delle più grandi cattedrali al mondo e straordinario esempio di architettura barocca in Europa, con dipinti di Caravaggio e opere di Mattia Preti. Il Barocco arrivò nell’isola a metà del Seicento con uno stile sobrio che può essere osservato nelle facciate di molte chiese, tra cui quella di San Paolo di Rabat. La Concattedrale di San Giovanni Battista , come tutto il centro di Valletta, sono stati dichiarati patrimonio mondiale dall’UNESCO.

Eppure, quando si parla o si legge di Malta, l’aspetto sociale ed economico prevale su quello culturale. Il fenomeno migratorio, per esempio, e quello dell’accoglienza sono spesso al centro di importanti dibattiti.   

‘Nonostante tutto’ Malta è un’isola molto accogliente”, dice Charlie dietro ad un sorriso.

Accogliente? Eppure tante volte il governo di Malta ha negato l’approdo alle barche colme di migranti provenienti dal Nord Africa, respinti e mandati in Italia. Forse Charlie intendeva questo con quel “nonostante tutto”?

St John’s Co-Cathedra, Valletta, Malta. Ph.Silvia Dogliani

Nei giorni trascorsi a Malta, Papa Francesco ha ricordato che qui giungono dall’Africa tanti migranti “in cerca di speranza” e ha auspicato a una redistribuzione tra Paesi dell’Unione europea. “L‘altro non è un virus da cui difendersi, ma una persona da accogliere“, ha detto il Pontefice sottolineando quanto il Mediterraneo abbia bisogno di “corresponsabilità” europea.

Victoria, Gozo. Ph. Silvia Dogliani

Ed ecco che Charlie ritorna su quel “nonostante” e cerca di spiegarsi meglio: “Per capire il significato di accoglienza serve fare un passo indietro e ricordare la storia di Malta“.

Effettivamente Charlie non ha torto. Malta ha un passato di grandi domini, conquiste, lotte, guerre, rese, sofferenze, ricostruzioni, tanti fine e tanti nuovi inizi. In questa terra sono arrivati i Fenici, i Cartaginesi, i Romani, i Vandali, poi i Goti, i Bizantini, gli Arabi e i Normanni. Solo nel 1530 sono giunti i Cavalieri di Malta, che hanno trasformato e dominato l’arcipelago fino all’occupazione di Napoleone Bonaparte alla fine del XVIII secolo. Nel 1814, fu la volta dei britannici, che imposero al Paese il loro protettorato scontrandosi con una popolazione con un forte senso patriottico e la volontà di difendere i propri usi e costumi. È solo nel 1964 che Malta ottiene faticosamente l’indipendenza e quarant’anni dopo diventa uno dei membri dell’Unione europea.

Forse, guardando al passato e ripensando a quel “nonostante”, tutto ci sembra più chiaro. La diffidenza verso “l’Altro” ha radici profonde e verosimilmente anche giustificate.

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