Si è tenuto a Milano nei giorni scorsi l’incontro “Mediterraneo, un continente liquido”, promosso dalla Camera di commercio di Milano e da Promos, la sua azienda speciale per l’internazionalizzazione. Focus dell’evento sono le relazioni economiche tra la Regione Lombardia e i partner mediterranei.
Sono intervenuti Paolo Magri, direttore di Ispi, e la scrittrice Ilaria Guidantoni, che ha colto l’occasione per presentare il suo libro “Lettera a un mare chiuso per una società aperta”. Nel testo, l’autrice affronta un viaggio nel Mediterraneo, raccontando la storia di questo mare, culla della società cosiddetta occidentale, chiuso e per questo necessariamente creatore di una società aperta. Guidantoni narra attraverso le voci di intellettuali, che espongono il proprio punto di vista, spesso sospesi fra identità plurali. Dallo studio comparato delle due sponde del “mare bianco di mezzo” per gli Arabi, del “mare dai tanti nomi” per i Greci e del “mare nostrum” per i Romani, emerge un sistema di corrispondenze tra religioni, sulla concezione della famiglia e della donna, sulla tavola, sulle città.
Il Mediterraneo è un mosaico di diversità che costituiscono la sua stessa ricchezza e identità, che non può essere che plurale. Il dialogo e la ricchezza delle differenze sono l’unica garanzia di pace, strumento per uno sviluppo sostenibile economicamente e culturalmente, prima che valore morale.
Per ciò che concerne il legame con la Lombardia, emergono dall’incontro dati considerevoli: il Mediterraneo non europeo vale per la Regione circa 10 miliardi all’anno di scambi (5 miliardi e mezzo nei primi sei mesi del 2016).
Milano da sola supera i 2,2 miliardi di euro. Seguono Brescia, con oltre 800 milioni di euro, Bergamo, con circa 600 e Varese con 500 milioni di euro.
Ma quali sono i maggiori partner mediterranei lombardi? Turchia, Algeria e Israele per l’export, Turchia, Tunisia ed Egitto per l’import. In particolare i commerci con la Turchia raggiungono quasi i 2,3 miliardi in sei mesi e crescono del 4% rispetto allo scorso anno.
Tra i principali partner commerciali in crescita si collocano anche Egitto (+3,9%) e Marocco (+20,8%). Si importano soprattutto articoli tessili (23%) e si esportano macchinari (23%) e prodotti in metallo (18,7%).
Il Mare nostrum non è quindi solo una fonte di guai per l’Italia, ma anche di guadagni, ed è tornato ad essere al centro degli equilibri internazionali configurandosi come un laboratorio sociale ed economico per eccellenza.