
Titolo emblematico quello che si sono date le ventiquattro artiste in mostra al Sac di Robecchetto con Induno, piccolo Comune in provincia di Milano:“Venus in Furs”. L’esposizione è aperta al pubblico dal 9 marzo sino al 6 aprile.
La scelta di questo titolo richiama il romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, in cui la protagonista femminile si ribella e si emancipa dall’ideale a cui è associata, spogliandosi di una pelliccia che la imprigionava in un ruolo. Questo romanzo ha ispirato anche The Velvet Underground con un brano scritto da Lou Reed. Il testo della canzone allude al sadomasochismo, al bondage e alla dominazione sessuale, evidenziando un disperato tentativo di fuga dalla monotonia dell’ordinario e dall’angosciante esistenza incanalata nei dettami di una vita borghese. Solo attraverso il sogno è possibile evadere dal quotidiano e provare nuove sensazioni.
Seguendo questo spirito, le artiste di “Venus in Furs” si esprimono senza inibizioni o tabù.

L’idea di Loredana Galante, Antonella Casazza e Marta Mez ha dato vita a questo progetto espositivo che include differenti medium, stili, linguaggi e poetiche. Tre artiste che hanno immaginato e realizzato una mostra al femminile, grazie anche al sostegno di Rebecca Delmenico, molto vicina all’universo femminile dell’arte.

Il corpo è il fulcro della ricerca delle artiste: corpi violati, usati o abusati o, come nel caso dell’opera di Antonella Casazza, corpi privi di identità. “Mediterraneo” è il titolo dell’opera in mostra di Antonella Casazza, che richiama l’immagine di un mare – un’enorme buco nero – che inghiotte corpi anonimi senza volto.

Ilaria Del Monte e Giovanna La Cedra riflettono sulla componente più intima del corpo femminile. Marta Mez e Florencia Martinez esplorano la memoria, la percezione del tempo, dei ricordi o dell’inconscio e dei suoi luoghi inesplorati. E con loro anche Marianna Bussola si addentra nel mondo dell’inconscio.
La mostra affronta numerosi temi, come sottolineato nel testo critico di Rebecca Delmenico: “La donna e il suo essere nella società odierna, vagliata nel suo scardinarsi dal classico ruolo di angelo del focolare, o l’immagine femminile dipinta mentre è rinchiusa in asfissianti ambientazioni domestiche permeate di infiorescenze, o è alle prese con comuni faccende. Si passa anche all’attualità più stringente, con tematiche sociali che toccano l’antispecismo o più direttamente legate al mondo femminile, delineando percorsi che per quanto dolorosi portano alla rinascita e al ritrovamento di sé.”

Il “Comitato”, composto dalle tre artiste ideatrici dell’esposizione, vuole restituire la complessità dell’universo femminile attraverso un progetto, in cui la voce narrante è la ricerca artistica, ma la scelta delle artiste è dichiaratamente fatta tra le amiche. “In un periodo di critica tout court – come scrivono nella loro lettera di presentazione – qui c’è da sguazzare; è tutto “molto peloso”, iniziando dall’immagine di copertina: una conchiglia aperta con ciuffi di pelo bruno che irretisce o crea disagio”. Il risultato è una mostra articolata e complessa, un dibattito d’idee, una geografia di paesaggi contemporanei eterogenei.
Le artiste in mostra sono, in rigoroso ordine alfabetico: Silvia Beltrami, Marianna Bussola, Anna Caruso, Antonella Casazza, Elisa Cella, Eleonora Chiesa, Cristina Costanzo, Ilaria Del Monte, Loredana Galante, Debora Garritani, Giovanna Lacedra, Coquelicot Mafille, Florencia Martinez, Marta Mez, Elena Monzo, Saba Najafi, Ieva Petersone, Alessandra Rovelli, Marta Sesana, Milena Sgambato, Tina Sgrò, Sanda Skujina, Vania Elettra Tam, Francesca Vitali Boldini.
E allora andiamo ad esplorare questo mondo al femminile, che tanto ha da raccontare.
Info: “Venus in Furs”, Sac di Robecchetto con Induno. Il catalogo digitale di “Venus in Furs”, realizzato da Florencia Martinez, verrà presentato la sera del finissage.