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LA TUNISIA DOPO BEN ALI/La stampa, primo segnale di cambiamento


Muhammed infila nel bagaglio a mano il suo nuovo libro Vita Activa di Hannah Arendt – un classico del pensiero libero. Durante il volo Milano-Tunisi prevede, come sempre, di dedicare ai quotidiani del suo Paese non più di 10 minuti, altrimenti si annoierebbe.
Con sua grande sorpresa si sente aria di cambiamento già nella sala d’attesa dell’aeroporto milanese Malpensa. Lì ci sono i suoi connazionali che parlano di politica: “Ma cosa faceva Ben Ali prima di diventare Presidente?” oppure “Quanto ha rubato?” o ancora “Cosa accidenti ha combinato il suo clan?”. Mai Muhammed avrebbe pensato di sentire questi discorsi prima delle rivolte, quelle che hanno cambiato il destino della Tunisia e del suo popolo.
L’aria di libertà
, di orgoglio per questa “rivoluzione” e di fierezza nel sentirsi tunisini l’avrebbe ritrovata poco dopo tra le pagine di Assabah e Al-Chourouk, i principali quotidiani tunisini che gli consegnano in aereo.

Muhammed è tunisino, ha 50 anni e da 20 vive a Milano, dove fa l’insegnante di lingua araba. In Tunisia ha trascorso la sua adolescenza, poi ha scelto di continuare gli studi in Marocco, dove si è laureato in fisica. Avrebbe voluto iscriversi in una Università europea, ma troppi erano gli impedimenti burocratici. Andare a vivere in Italia è stata per lui un’importante scelta di vita, voluta e programmata. “Sto tornando in Tunisia per motivi famigliari” spiega. “Mi attende un viaggio di cambiamenti e sorprese!” afferma sorridendo. Sarà Muhammed a guidarci nella sua terra, quella del dopo Ben Ali.

Eccolo dunque in aereo a sfogliare i quotidiani tunisini con gli occhi sbarrati e con il suo libro ancora integro dentro la valigia. In prima pagina c’è già una grande novità: nessuna foto di Ben Ali! Piuttosto un’immagine francobollo del nuovo Presidente tunisino ad Interim Fouad Mebazza per la sua recente visita in Algeria. E poi tante inchieste, notizie, aggiornamenti, presentazioni di nuovi partiti politici e numerose interviste.

A catturare l’attenzione di Muhammed è la testimonianza di un ex Generale, che Ben Ali aveva mandato in pensione prima del previsto perché lo riteneva coinvolto in un complotto contro di lui. Il Generale, che conosceva bene l’ex Presidente ancora prima che venisse eletto, lo ricordava come un uomo debole ed influenzabile. Nessuna sorpresa dunque quando Ben Ali è stato dipinto dalla stampa internazionale come il burattino della moglie, genero e cognati.

Interessante era anche un’intervista a Khaled Ben Yahya, ex calciatore molto amato in Tunisia. La sua carriera di promettente allenatore è stata bruciata dal cognato di Ben Ali, che all’epoca era Presidente di una grande squadra. Khaled, raccontando le frustrazioni del passato, chiedeva che i vertici della Federazione venissero eletti e non più imposti dall’alto. Una fotografia chiara di come anche lo sport facesse parte dei giochi del potente.

L’aereo tocca il suolo tunisino e Muhammed chiude i suoi giornali. Lascerà il suo libro a casa e d’ora in poi comprerà almeno duo o tre quotidiani al giorno. All’aeroporto di Tunisi il ritratto di Ben Ali, che si estendeva per oltre un metro quadrato all’entrata della sala di controllo, non c’è più. Anche gli altri lungo i corridoi sono spariti. Eccolo a prendere un taxi e a guardare incredulo dal finestrino la sua nuova Tunisia, quella che ha appena letto sui giornali e quella che può finalmente essere raccontata.

 

 

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