Il capo del governo del Marocco, Abdelilah Benkirane, e il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan hanno invitato, il 10 giugno scorso a Rabat, gli imprenditori turchi e marocchini ad esplorare modi e mezzi per condurre a una più stretta cooperazione e per promuovere un equilibrio di scambi tra il Marocco e la Turchia.
Lo rendono noto il Courrier International e Maghrebemergent.
Parlando dinanzi al Forum d’affari Marocco – Turchia, organizzato su iniziativa del Ministero dell’Industria, del Commercio e delle Nuove Tecnologie, con l’Associazione di Imprese Amal, la Federazione delle Camere di Commercio, dell’industria e dei servizi, la parte turca dall’Associazione degli industriali indipendenti e imprenditori turchi (Musiad), Benkirane ha sottolineato che il governo è impegnato a spianare la strada agli uomini d’affari turchi per investire in tutti i settori – compresa l’industria – e garantire il superamento di deficit registrati in alcune zone.
“I buoni rapporti tra i due Paesi promuovono una più stretta cooperazione bilaterale in tutti i settori, in particolar modo delle imprese e nella sfera culturale e politica”, ha detto il capo del governo.
Stesso tono quello di Erdogan, che ha immediatamente evidenziato la collaborazione Turchia e Marocco “Paesi che sono in continua crescita ed hanno ormai raggiunto un livello encomiabile”.
Il primo ministro ha invitato gli imprenditori e uomini d’affari ad identificare le aree a cui aggiungere valore e colmare le lacune in altre, al fine di arrivare ad un livello di scambi equi.
Il valore degli scambi commerciali tra i due Paesi – ha spiegato il presidente dell’associazione Amal Taieb Aisse – ha, infatti, mostrato un netto miglioramento, stimato al 100 per cento negli ultimi cinque anni, con una diversificazione significativa di prodotti. Il livello degli scambi resta, tuttavia, inferiore al potenziale e sono pertanto necessari maggiori sforzi da parte dei governi e del settore privato per aumentare gli investimenti nella “logica win-win “.
Oggi si contano 75 aziende che operano in Marocco con un investimento totale di 250 milioni di dollari e danno lavoro a oltre 6mila marocchini.