“Come faccio a conoscere la vera identità di Parigi?“, chiedo a Nicolas, uno dei camerieri del Bistrot parisien. Lui sorride e mi risponde a bassa voce: “Vada ad esplorare le “no-go zones”. Sbigottita, mi metto subito a cercare su internet.
Trovo un video di Fox News, in cui l’esperto di terrorismo ed estremismo islamico, Steve Emerson, invitato allo show di Jeanine Pirro, parla di molteplici zone in Francia e in Europa dove vige la Sharia, la legge coranica. Emerson, con convinzione, spiega che in queste aree i non-musulmani non sono ammessi.
Qualche giorno prima, un altro esperto di terrorismo, il giornalista Nolan Peterson, sempre ospite di Fox News, aveva detto che quartieri parigini come Barbès, Ménilmontant e il celebre Montmartre sono violenti e pericolosi e aveva paragonato alcune strade della Ville lumière a quelle di Baghdad. L’intervento degli esperti americani, che alla fine si sono scusati pubblicamente per aver diffuso informazioni errate, non è piaciuto a molti francesi (e non solo a loro). A replicare in modo creativo, giocoso, ma anche costruttivo, sono stati gli stessi abitanti di queste zone, che hanno invitato i turisti ad esplorarle senza timore. Ecco cosa mi suggeriva di fare Nicolas poco fa: un tour nella “Paris dangereuse”!
Nelle “no-go zones” si può bere un drink in compagnia e si possono trovare ottimi ristoranti, bistrot, brasserie, enoteche e pasticcerie. Sono già attive agenzie turistiche che organizzano itinerari tematici.
L’imprenditore francese Lionel Kaplan, dell’agenzia Mediatrium, abita in uno dei quartieri bollati dagli esperti di terrorismo come “pericolosi”. A lui è venuta la brillante idea di ideare il sito www.nogozones.fr, con l’obiettivo di mettere in relazione i turisti con gli abitanti delle “no-go zone”. Forse, grazie a questo interessante progetto, i turisti più curiosi (non necessariamente solo americani), dopo aver visitato la torre Eiffel, il Louvre, l’Arco di Trionfo, la Senna sul bateaux mouche e aver passeggiato lungo l’Avenue des Champs Elysees, potranno immergersi in un’esperienza nuova, conoscere negozi, strade, mercati, gallerie d’arte, parchi e incontrare gli abitanti delle “no-go zones”.
Nella homepage del sito di Kaplan trovo una frase in grassetto molto stimolante: “Get the thrill“. M’iscrivo subito alla newsletter e non vedo l’ora di iniziare il mio “dangerous tour” per catturare la vera identità di Parigi.
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