Il 7 agosto del 1990, Simonetta Cesaroni è stata uccisa a Roma con 29 colpi di tagliacarte. Il suo corpo è stato ritrovato nella sede dell’Associazione italiana Ostelli della Gioventù, in via Poma. Aveva 20 anni.
Lettere, diari e amanti. Sono molte, e altre, le verità che arrivano sul delitto di via Poma. Le ha raccolte la giornalista Raffaella Fanelli nel podcast “Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?” prodotto da CosmopolisMedia l’Informazione dei Popoli Mediterranei
La casa editrice Cosmopolismedia ha puntato solo di recente sui podcast. L’editore, Vincenzo Carriero, ci racconta questa svolta: “Questo è il primo podcast che produciamo – spiega – ma vorremmo sempre di più cimentarci in questi nuovi strumenti di comunicazione e di racconto giornalistico, che troviamo molto interessanti”.
Perché proprio un podcast sull’omicidio di via Poma?
“Perché è un fatto di cronaca che, a distanza di anni, raccoglie sempre molte attenzioni e suscita grande interesse. E poi per quanto è accaduto all’ex portiere Vanacore, che era un uomo del sud e che ha un risvolto, un riverbero anche per la nostre realtà”.
Infatti. Pietrino Vanacore si è suicidato a pochi chilometri da Taranto, voi avete seguito questa vicenda?
“Oltre ad essere editori, noi abbiamo anche un giornale e una tv online qui a Taranto. Seguimmo quest’evento all’epoca come fatto di cronaca e ci sembrava anche interessante rilanciare un podcast che ne parlasse e cercasse in qualche modo di fare luce sulla intera vicenda. Abbiamo, quindi, commissionato questo lavoro a Raffaella Fanelli, che ha realizzato tre puntate, cercando di scardinare i lati più oscuri di questa triste storia”.
Il misterioso cold case si rivela attraverso le voci raccolte dall’autrice: protagonisti, comprimari e comparse di questo orrendo delitto. Fra le interviste inedite realizzate dalla Fanelli c’è quella a Salvatore Volponi, il datore di lavoro di Simonetta Cesaroni, quella a Giuseppa De Luca, la vedova del portiere di via Poma, fino alle risposte di Mario Vanacore, che un’informativa dei carabinieri indica come il killer. Ai microfoni di Raffaella Fanelli il figlio del portiere ricostruisce quel 7 agosto del 1990 e avverte: “Non ho nessuna intenzione di suicidarmi”, riferendosi alla strana morte di suo padre. Infatti, il podcast che punta ad individuare tutti i soggetti che ebbero un ruolo diretto o indiretto nel delitto di Simonetta, accende i riflettori sulla morte di Pietrino Vanacore con la denuncia dei figli su un suicidio che potrebbe essere altro. L’autrice parte dal suo incontro con l’avvocato Francesco Caracciolo di Sarno, il protagonista della nuova inchiesta che già nel 2010 tutti davano per morto, ma che lei scova nella tenuta di Tarano, dove l’avvocato si era ritirato dopo il delitto. Lo trova mentre a Roma si stava processando Raniero Busco, l’ex fidanzato di Simonetta Cesaroni. Nei 40 minuti di audio registrati, l’avvocato conferma la sua amicizia con un uomo dei servizi; lo stesso che fu visto fuori dallo stabile di via Poma il giorno del delitto.
Per l’omicidio di Simonetta fu da subito accusato e arrestato il portiere dello stabile, Pietrino Vanacore, rimandato a casa con tante scuse dopo 26 giorni di carcere. Il portiere ripiombò nell’inchiesta nel 1992 per favoreggiamento, mentre di omicidio fu accusato Federico Valle, figlio dell’avvocato Cesare Valle, un inquilino dello stabile. Furono prosciolti entrambi tre anni dopo. Nel 2010 toccò a Raniero Busco, l’ex fidanzato di Simonetta. Rinviato a giudizio e processato per omicidio per una traccia di DNA sul reggiseno. Peccato che i periti della procura dimenticarono di dire che su quel reggiseno c’erano tracce di altri due DNA maschili. Busco, condannato in primo grado a 24 anni, fu assolto in appello e in Cassazione per non aver commesso il fatto. Le indagini sono state riaperte nel 2022 per una nuova testimonianza che ha messo in discussione l’alibi di Francesco Caracciolo di Sarno, presidente degli ostelli.
“Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?” è stato registrato a Poggio Mirteto, negli studi dell’Officina delle arti e dei mestieri. La post-produzione è di Stefano Forzoni, il tecnico del suono è Alessio De Santis.