MILANO – “Cercavo un simbolo che riuscisse a concettualiz-
zare la ribellione, l’esigenza di non conformarsi“, racconta Luciano Bonetti. Così è nato il ciclo Gatto Nero con figurante, che in novembre sarà esposto a Bergamo dopo la recente mostra a Milano. “Enigmatico, regale, sensuale, nel fondo imprendibille anche se si strugge di fusa, molto elegante anche perché il nero assomma tutti i colori“, descrive l’artista. Un sapiente ammiccare di prospettive tratteggia, di fianco, una figuretta umana frastornata, intimidita dall’ininterrotto fluire di notizie simboleggiato dai tipici sfondi di Bonetti (uno speciale collage con juta, carta di giornale e acrilico). Comune denominatore delle opere di questo pittore, la matrice espressionista sembra di recente gustare anche toni più vivaci, luminosi.
Adorati o bruciati vivi, adulati o emarginati, da millenni i Gatti Neri stanno al centro di miti, leggende, criminali stupidità, fatti storici, credenze, superstizioni.
Mediterraneo: Iside, dea egizia della buona sorte, indossava un mantello nero, perciò i gatti di questo colore erano sacri più di ogni altro, sovente ritenuti incarnazione della stessa dea, o di Artemide o di Diana – le versioni greca e latina. Iside proteggeva anche navi e marinai; finché il gatto rimaneva a bordo, la nave era sicura; se l’avesse abbandonata, sarebbe naufragata. Nell’antica Roma invece, il Gatto Nero era collegato al buon raccolto; quando moriva lo si cremava e si spargevano le ceneri sui campi.
Francia del sud: il Matagot è uno spirito a forma di gatto randagio nero, in cerca di un Umano con cui vivere. Può portare tanta fortuna, ma bisogna trattarlo molto bene; per propiziarselo, gli si deve offrire del pollo arrosto e accoglierlo in casa. Poi, se ad ogni pasto il Matagot riceverà il primo boccone di cibo proveniente dallo stesso piatto del suo Umano, ogni mattina compariranno monete d’oro.
Fiandre: un gattino nero di peluche è tuttora portafortuna ambito. Se un Gatto Nero ti entra in casa è segno di buona fortuna, cita un proverbio. E un altro: quando il gatto di casa è nero, la ragazza senza amore non resterà davvero.
Regno Unito: Charlie è stato seppellito con tutti gli onori militari. La nave da guerra HMS Pembroke nel porto di Chatham ha abbassato le bandiere a mezz’asta e un membro dell’equipaggio ha celebrato una cerimonia funebre. Era stato investito domenica. Tutta la Royal Navy è in lutto (dispaccio dell’agenzia di stampa Deutsche Presse Agentur, 18-11-1981). Charlie era l’ultimo dei Gatti Navigatori ufficialmente registrati; fino al 1975 sulle navi della marina britannica era obbligatoria (anche per le assicurazioni) la presenza di gatti di norma neri, con rare eccezion; ognuno munito di passaporto e regolarmente retribuito con vitto e allogio dal Ministero della Difesa. Cacciavano i topi, favorivano la buona sorte, erano fonte di affetto e divertimento durante i lunghi mesi a bordo.
L’Inquisizione cattolica bruciò milioni di queste stupende bestiole. Collegate a culti pagani e di fatto mai completamente domestiche, nel buio della notte sovente sfrecciavano di fronte alle carrozze, e il luccicchio dei grandi occhi gialli o verdi imbizzarriva i cavalli. Streghe!
“Gatto Nero è chi rifiuta di lasciarsi condizionare, si ostina a pensare con la propria testa e andare per la propria strada. Per questo, venerate o detestate che siano, di certo queste creature non hanno vita facile“, riflette il pittore.
Geniale, questa lettura di Bonetti.
[…] – Il percorso artistico di Luciano Bonetti si avvia con i Gatti neri orgogliosi della loro diversità, continua con i Figuranti dolenti e furenti di fronte a un destino […]