DoveStiamoAndando? A divertirci nei Centri Commerciali

ISTANBUL – Da decenni icona della scena turca, Michael Halphie recita, canta, balla, passa con naturalezza dalla commedia brillante agli sketch comici, dai ruoli drammatici ai film d’azione (è stato il solo attore turco di fianco a James Bond, Octopus, 1983), dalle presentazioni di spettacoli ai music-hall, dal cinema d’autore alle soap televisive. Trilingue, turco, inglese e israeliano, ha avuto “la fortuna di vivere in ambienti cristiani, ebrei, musulmani – Londra, Israele, Istanbul”. Del carattere turco ha conservato il senso dell’ospitalità (“almeno una 70ina di popoli diversi hanno contribuito a formarci come siamo, potremmo mai essere intolleranti?”) e un fondo sostanzialmente nomade (“per noi cambiare casa è un fatto del tutto naturale”).

Secondo lei dove sta andando oggi lo spettacolo?

“Le persone hanno sempre meno tempo e meno soldi, ma sempre più paure, perciò preferiscono starsene in casa oppure riunire i propri interessi in un unico spazio, per esempio un Centro Commerciale.
In casa, la tv mi offre tutta una serie di comodità – registrare un programma, posporre una visione, interromperla, riprenderla, ecc. In più dispongo di una sterminata scelta di titoli; un tempo c’erano problemi di pirateria, oggi il web ti spalanca il mondo mentre stai seduto sul sofà, magari in pigiama. Infine, abbiamo sempre meno voglia di vestirci e riassettarci per uscire. Negli anni ’50 dovevi apparire al meglio ogni volta, anche scendendo a prendere il pane; adesso stiamo tutti in jeans e secondo me siamo pure più eleganti, ma questo è un altro discorso. Un cambiamento del costume nel quale la tecnologia è (stata) determinante, anche per il calo dei prezzi.
Quanto ai Centri Commerciali, da tanto tempo ormai sono ben più di rutilanti inni al consumo; anche qui a Istanbul alcuni hanno anzi modificato il nome in ‘Shopping & Entertainment Center‘. Centinaia di migliaia di metri quadrati distribuiti su parecchi piani, ristoranti con specialità del mondo, cibi raffinati e fast food, cinematografi, bar dove incontrarsi e relazionarsi, gallerie d’arte, persino alberghi, parchi giochi e attrazioni per bambini, sale (minimo, un migliaio di posti) per concerti, beneficenza, spazi per sport vari, bowling, montagne russe, pattinaggio artistico, ballo (al Kanyon ad esempio trionfa il tango), prima o poi metteranno anche un hammam.
Questi Centri sono diventati veri e propri servizi alle famiglie, specialmente con figli piccoli: entri la mattina e puoi divertirti tutto il giorno come ti pare mentre i tuoi figli giocano in spazi sicuri. Il mondo sta diventando sempre più violento, ci sono madri che in un giorno telefonano anche dieci volte ai figli per sapere dove e come stiano: saranno pure apprensive ma non mi sento di redarguirle, qui invece stanno tranquille”.

Ph. Angelo Redaelli

Sarà la fine del cinema?
“Negli Stati Uniti, oggi la ragione principale per cui si realizzano film è mantenere le centinaia di migliaia di cinematografi esistenti, ma tanti, soprattutto fra i più piccoli, finiscono comunque per chiudere causa mancanza di spettatori: questo, nonostante simili spazi possano dare emozioni impensabili per una grande sala”.

Il teatro?
“Credo diventerà sempre più roba per ricchi”.

Fra gli artisti che sommamente ammira, il primo nome che le viene in mente?
Charlie Chaplin, sono anche amico dei suoi figli”.

Negli anni ’60 la cinematografia turca era la terza al mondo dopo Hollywood e Bollywood; oggi per produzione di serie televisive siete secondi dopo gli Stati Uniti. In Occidente le vostre soap sono fra le più amate e popolari: qualche ragione per un tale successo?
“Sono spettacoli consolatori, raccontano di una cultura molto diversa dall’oggi: generazioni che abitano in un’unica casa tutti insieme, genitori nonni zii nipoti pronipoti, vecchi e giovani; grande considerazione per la donna che si prende cura della famiglia; Un modo di parlare molto cortese, ricco di vocaboli come lo è la nostra lingua”.

Cos’è la cultura, oggi?
“E’ uno studente universitario che ascolta la musica di un artista di strada”.

Si viveva meglio ai tempi rievocati nelle vostre soap?
“Ma no! Si era giovani, tante energie, poche o nessuna responsabilità, si andava in giro, ci si divertiva: è questo che si rimpiange, non lo stile di vita”.

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