In una Europa sempre meno accogliente, in termini di migranti e migrazioni, si è inaugurato nel nord Italia il progetto “Il Mondo in Casa”: un viaggio alla scoperta della bellezza – a volte appariscente a volte nascosta – della nuova Milano multietnica che – dato poco noto – ha una lunga storia di accoglienza di almeno cent’anni.
Un calendario ricco di incontri e proposte culturali, per conoscere da vicino quattro diversi Paesi e comunità: India, Ucraina, Bolivia e Marocco, il mondo che oggi abita Milano.
Il progetto mira a creare un canale di comunicazione tra le varie realtà presenti sul territorio, così da stimolare il dialogo e la condivisione tra le comunità migranti e la comunità locale, con la convinzione che la conoscenza annulli la paura dell’Altro, soprattutto quando è diverso per lingua, cultura o religione.
Presso la sede centrale dell’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS Onlus) in Piazza del Carmine 2, “Il Mondo in Casa” mostra il volto multietnico di Milano.
Abbiamo partecipato alla prima serata dedicata al Marocco, accompagnata da eventi, cibi gustosi e l’immancabile tè alla menta. In tale occasione è stata inaugurata la mostra fotografica Lalla della fotografa e scrittrice di origini scozzesi Joan Rundo. “Ogni foto ricorda un momento di condivisione – spiega l’autrice – un frammento di vita marocchina, un incontro fortuito, un invito generoso, un istante rubato alla vita”. Per Rundo il Marocco è la sua “seconda casa”. Le fotografie esposte sono i volti di donne marocchine che ha immortalato nel corso di numerosi viaggi nel Paese.
Commovente e a volte crudo nel suo racconto autobiografico, il film “My name is Adil” del giovane regista marocchino Azzab Adil, che ha saputo trasmettere i colori e i rumori della sua terra.
Adil è un bambino marocchino che vive in campagna. Il padre è venuto in Italia per cercare lavoro e il denaro che manda a casa consente a moglie e figli di andare avanti. Ma Adil è stato requisito dallo zio come guardiano delle pecore e non riceve certo un trattamento di favore, anzi viene quasi ridotto a schiavo. Finché un giorno, all’età di 13 anni, Adil decide di raggiungere il padre in Italia. La sua vita cambia ma il senso di separazione dalle proprie radici si fa presto sentire.
Come è nato questo film? domandiamo all’autore.
“La mia storia è simile a quella di tanti ragazzini del mio Paese, che vengono strappati dalla loro terra e dai loro affetti per il sogno di una vita migliore. Da un paesino di dieci case mi sono trovato a Milano a tredici anni. Ho sentito il bisogno di far vedere il mio percorso e soprattutto i luoghi che mi avevano visto bambino”.
Perché? Sia per ritrovare me stesso – non mi sentivo italiano, e allo stesso tempo non ero più marocchino – sia per vincere gli stereotipi. Avevo finalmente superato la fase in cui mi vergognavo di essere marocchino, anche perché qui in Italia è sinonimo di delinquente o spacciatore. Così ho pensato di filmare i miei luoghi e di raccontare la mia storia. Come dico anche nel film: ‘Solo se sai da dove vieni, puoi capire chi sei’“.
Venerdì 29 giugno si replica con cena marocchina e con la sfilata dello stilista Issam Balalioui accompagnato dalla musica di Hanae El Idriss.
Info: Il progetto Il Mondo in Casa si estende a Milano fino al prossimo 15 luglio. Per maggiori informazioni clicca qui.