“Graffiti is about not asking for permission to paint, Graffiti is about finding your true soul”, Chaz Bojòrquez.
I graffiti sono apparsi attraverso la storia (e preistoria) in molte civiltà e luoghi del mondo. Quelli esposti nella Art Science Museaum di Singapore fanno parte di un’epoca più contemporanea: Art from the Street è una mostra dedicata ai graffiti realizzati da artisti di strada dagli anni Settanta ai giorni nostri. Nascono a New York, Parigi, Rio de Janeiro, Sydney, dove molti creativi, immersi completamente nei ritmi frenetici della città, sentivano il bisogno di diffondere un messaggio, sperimentare tecniche artistiche nuove, esprimere un’emozione. Guarda la gallery.
Il risultato è un’opera visiva dinamica, ancora oggi in continua evoluzione, conosciuta anche come “Spray Art“, “Stencil Art“, “Street Art” (anche se adesso molte opere non vengono più create per le strade).
Questo nuovo modo di esprimersi nasce alla fine degli anni Sessanta nella città statunitense di Filadelfia, dove venivano stilizzate iniziali e firme, poi chiamate “tag”. Lo Street Art si diffonde pochi anni dopo anche a New York, apparendo nei vagoni di treni e metropolitane e raggiungendo un pubblico molto vasto. Blade e Sean sono le prime icone dei Graffiti. Ma saranno A-One, DONDI e Futura a trasformare la pratica in un vero e proprio movimento.
Negli anni Novanta un design più concettuale e ricco di figure, logo e volti si sostituisce ai “tag”. Protagonisti di questi anni sono artisti attivi, che prendono ispirazione da altre comunità – skate culture o video gaming per esempio – e promuovono un messaggio sociale forte. Si inizia a sviluppare una tecnica nuova, chiamata “stencil“, per rappresentare immagini poetiche, umoristiche o anche drammatiche e scioccanti. Jef Aérosol utilizza questa tecnica per ritrarre artisti famosi come Elvis Presley, John Lennon o Jimi Hendrix o anche gente di strada: musicisti, bambini, animali domestici, passanti. Il lavoro di M-City (Mariusz Waras), grafico, pittore, viaggiatore e appassionato di architettura, si focalizza, invece, su spazi urbani.
Il movimento evolve, si espande, raggiunge il Mediterraneo e altri Paesi e continenti. Gli artisti di strada iniziano ad usare la scrittura a spruzzo automatica o i caratteri arabi, come Chaz Bojòrquez con “That line is art“. Secondo Tarek Benaoum “Calligraphy allows a kind of freeze-frame. A moment of rest for reflection“. Ciascuno crea con il proprio stile e tecnica, diffondendo un messaggio originale, un grido o uno slogan.
Con l’arrivo dei Social media, molti artisti escono allo scoperto, con progetti su ampia scala o lavori introspettivi. Per Remi Rough “Abstraction is all about questioning what you see“. Tra i creativi di strada c’è chi, come Tanc, associa la pittura alla musica: “My job is to paint my inner music, to capture the energy and the instant of the moment” e chi, come James Allen vede nell’arte la salvezza: “The dreamers are the saviours of the world“.
Le strade diventano un vero e proprio spazio espositivo e l’arte una parte essenziale della vita, come per Eco Nugroho: “Good art is life in itself“.
Info: Art from the Streets, presso Art Science Museum di Singapore fino al 3 giugno.