Dal 1910 al 1979, decennio dopo decennio, le 407 fotografie della mostra Chronorama sono meticolosamente ordinate seguendo una cronologia precisa. A Venezia, all’interno delle sale di Palazzo Grassi sono racchiusi sogni e drammi del XX secolo, un’epoca dominata dall’immagine.
Le fotografie esposte sono parte degli archivi del gruppo editoriale Condé Nast (tra le testate più note Vogue, Vanity Fair, Mademoiselle, The New Yorker, House & Garden). Nel 2021, sono state parzialmente acquisite dalla Pinault Collection.
Il 1910 è segnato da grandi cambiamenti. Muta l’arte, la moda, la tecnologia, il mondo è scosso dalla Grande Guerra; i Balletti russi rivoluzionano la coreografia, la musica, i costumi, le scenografie; l’arte moderna attrae il pubblico e le immagini fotografiche sostituiscono le illustrazioni.
Gli anni Venti sono gli “anni ruggenti e spensierati”. Gli effetti negativi della Prima Guerra mondiale si affievoliscono a partire dal 1921. Da quel momento, inizia un decennio ricco e prospero che parte dalle tre capitali mondiali: New York, Parigi e Londra.
Il crollo della borsa di New York e l’ombra del fascismo in Europa producono, alla fine del 1929, la peggior crisi economica del mondo industrializzato, con ripercussioni importanti nel decennio successivo.
Nonostante tutto, gli anni Trenta si caratterizzano da gusto e stile, rappresentati dalle testate Vogue e Vanity Fair, che mantengono la qualità di sempre. L’industria cinematografica hollywoodiana propone immagini di star, artisti, eroi sportivi, donne emancipate e politici, mentre l’idea di glamour continua ad evolversi.
Gli anni Quaranta sono segnati dall’angoscia e dall’incertezza. La Seconda Guerra mondiale colpisce l’editoria e la fotografia, con un esodo forzato degli artisti. Si forma una crescente comunità dei creativi espatriati a New York, che diventa il nuovo centro nevralgico delle arti plastiche e visive.
Nel 1941, Alexander Liberman viene nominato nuovo direttore artistico di Vogue e rivoluziona la testata con uno stile e approccio differenti: la fotografia prende il sopravvento in modo innovativo. La giovane modella e fotografa Lee Miller diventa la corrispondente di guerra della testata, fornendo testimonianze visive strazianti da Londra, fino a Saint-Malo, all’Alsazia, a Parigi e ai campi di sterminio di Buchenwald e Dachau dopo la loro liberazione.
Gli anni Cinquanta rappresentano l’età d’oro della moda. Gli Stati Uniti escono dalla guerra come superpotenza; il boom economico trasforma il “sogno americano” in realtà e ci si avvia verso un’altra guerra, quella Fredda, che divide il modello liberale consumista occidentale da quello comunista sovietico. Per il primo, la “normalità” è rappresentata da una famiglia bianca in cui il marito lavora e la moglie si occupa della casa e dei figli. Sono gli anni in cui Vogue conosce un successo straordinario e punta a far sognare le casalinghe e insegnar loro a coltivare il “senso del bello”, ad emanciparsi.
Saranno, infatti, gli anni Sessanta a portare grandi cambiamenti con rivoluzioni sociali, politiche e culturali: nuovi movimenti femministi, pacifisti e per i diritti civili, l’esplorazione dello spazio, la presidenza Kennedy, il movimento hippy, la cultura psichedelica, lo stile bohémien …
Diana Vreeland – conoscitrice della moda e della cultura anglosassone – diventa la nuova vicecaporedattrice di Vogue e poi, dal 1963, caporedattrice. Recluta i fotografi londinesi David Bailey e Patrick Lichfield. Quest’ultimo, nel 1968, fotografa per la testata l’attrice Marsha Hunt, mettendo in luce la bellezza femminile nera e contemporanea che si contrappone al conservatorismo degli anni Cinquanta.
Il viaggio in questo grande mosaico visivo fatto di immagini inedite unite ad opere ben note al pubblico si conclude con la sezione ‘anni Settanta’: un fiume di energia, stimoli e tanta creatività. A beneficiarne sono la moda, l’arte, il mondo dello spettacolo e sicuramente la musica. In un contesto politico finanziario ancora instabile, il decennio offre molteplici opportunità, in particolar modo ai giovani. La fotografia di moda cambia radicalmente: si abbandona la ricerca di eleganza e raffinatezza e ci si spinge oltre, esplorando la sfera erotica fatta di gesti, posture e forme. In questa rivoluzione artistica le immagini provocanti del fotografo tedesco Helmut Newton e quelle dell’americana Deborah Tubeville sono le più rappresentative.
Dalle affascinanti fotografie analogiche di Chronorama si ritorna forzatamente al mondo reale fatto di immagini digitali e di molteplici turisti che, con in mano i loro cellulari multifunzionali, catturano Venezia e la sua laguna.
Info: Chronorama, mostra fotografica aperta al pubblico fino al 7 gennaio 2024. Palazzo Grassi, Venezia.