Restano ancora pochi giorni per visitare al Padiglione d’arte Contemporanea di Milano (PAC) la mostra di Tania Bruguera “La verità anche a scapito del mondo”, un’indagine sulle dinamiche tra politica e società, una verità che potrebbe non piacerci affatto.
L’artista invita il visitatore a partecipare a performance art e ad osservare attivamente installazioni coinvolgenti così da spingerlo a riflettere su tematiche sociali quotidiane (diritti umani, libertà di espressione, flussi migratori, dittatura e coercizione) per annientare l’indifferenza e costruire una memoria collettiva.
Bruguera, nata a Cuba nel 1968 durante il regime di Castro e poi costretta a lasciare il Paese, ha mostrato da subito un forte impegno nell’attivismo. Ha iniziato la sua carriera recuperando i lavori della collega e compatriota Ana Mendieta, scomparsa nel 1985, per consegnarli al pubblico ritoccati, indagando l’estetica del potere ed evidenziando le urgenze ed emergenze collettive del suo Paese: emigrazione, esilio, memoria collettiva, manipolazione della storia, linguaggio artistico e censura. Le sue performance art sono vere e proprie pratiche partecipative dove il confine tra arte e vita si annulla.
“La verità anche a scapito del mondo” è dedicata alla filosofa tedesca Hannah Arendt e vuole essere un percorso per scuotere le coscienze e stimolare il pensiero critico. Si apre con la Room 1: una sedia, un libro e un microfono per i visitatori, che possono accomodarsi e leggere ad alta voce Le origini del totalitarismo, il testo di Hannah Arendt. La potenza delle parole della filosofa tedesca viene usata per innescare una reazione, un cambiamento sociale collettivo. Sullo sfondo, appesa al muro c’è un’enorme bandiera. Vista da lontano sembra essere quella dell’Europa, ma avvicinandosi si nota che a unire le dodici stelle dorate a cinque punte disposte in cerchio è un filo spinato. È stato cucito da tre sopravvisuti ai lager di Auschwitz e Mauthausen e da figli di deportati durante la Seconda guerra mondiale. La bandiera europea, che rappresenta un “ideale”, in questa sala prende una forma divesa e diventa denuncia contro le ingiustizie ai danni dei migranti. Per ostacolare i flussi migratori l’Europa ha militarizzato i confini, costruendo, in meno di dieci anni, l’equivalente di sei muri di Berlino. Tra i primi Paesi europei a farlo è stata la Grecia, che nel 2012 ha installato 10 chilometri di filo spinato per ostacolare l’arrivo dei migranti siriani provenienti dalla Turchia.
Dalla Room 1 si attraversano altre Room, altri spazi e tempi lontani e vicini per vivere e riflettere non solo sul tema delle migrazioni e dei profughi, ma anche su quello di guerre e conflitti, come le atrocità della Germania nazista o l’interminabile conflitto Israelo-Palestinese.
Il viaggio di Tania Bruguera è un processo di trasformazione della società attraverso l’arte, è l’immaginazione e creazione di un mondo diverso.
Info: La verità anche a scapito del mondo, Padiglione d’arte Contemporanea di Milano (PAC)