DoveStiamoAndando? A capire come evitare catastrofi alimentari da guerre

Singapore Food Court
Food Court, Singapore. Ph. Silvia Dogliani

Prima puntata
MONTPELLIER – E’ stato fondato qui, nel 1971, il Gruppo Consultivo per la Ricerca Agricola Internazionale (GCRAI): gli studi scientifici, l’innovazione in campo agricolo, il ruolo delle donne sono punti cardine di attività e iniziative nei diversi settori.

IL GCRAI si articola in 15 Centri con uffici in tutto il mondo (specie nell’area sud). Fra essi, l’Istituto Internazionale di Ricerca sulle politiche alimentari (IFPI), fondato a Washington nel 1975, è il solo dedicato esclusivamente a questa finalità. Più di 590 dipendenti originari di tutti i Paesi del mondo vi lavorano, dislocati in oltre 80 sedi, circa la metà in Paesi in via di sviluppo.

Nella sede regionale in Egitto, a Il Cairo, confluiscono dati, analisi e proposte sulle condizioni alimentari di alcune regioni dell’area. Sono a volte drammatiche, specie in questi tempi.

I problemi più evidenti si chiamano insicurezza alimentare, deterioramento ambientale, ineguaglianze sociali, cambiamenti climatici, patologie legate alla nutrizione. Sempre più difficile farvi fronte, visto l’inquinamento di risorse naturali come l’acqua, i terreni coltivabili, la diversità biologica e le foreste: fenomeni sovente accompagnati da eventi meteorologici gravi, non di rado estremi, tali da favorire l’insorgere di patologie animali e vegetali, l’invasione di parassiti, la resistenza agli antibiotici, la diffusione di insetti invasivi.

Per avere un’idea delle proporzioni reali dei problemi alimentari odierni, e soprattutto futuri, basti pensare che entro il 2050 ci saranno sulla Terra oltre dieci milioni di persone da nutrire. Le banche dati genetiche sono essenziali per sviluppare nuove varietà di patate e semi, specialmente mais e grano, resistenti alla siccità e alle malattie. Ragione obiettiva di speranza sono gli studi e le ricerche elaborati dai maggiori esperti per combattere malattie come la diffusione del bruco della lafigma nell’Africa sub-sahariana, l’epidemia di brusone che colpisce il grano in Bangladesh e un particolare tipo di febbre fatale per il bestiame nell’Africa orientale.

Cambodia Rice Farms Ph. Silvia Dogliani©
Piantagioni di riso, Cambogia. Ph. Silvia Dogliani

Tra i risultati conseguiti negli ultimi venti anni, la diffusione di colture a contenuto più elevato di vitamina A, ferro e zinco; una migliore alimentazione per i bambini di età inferiore a cinque anni grazie a nuovi allevamenti ittici integrati con sistemi di coltivazione agricola; una varietà di grano migliorata in almeno la metà del mondo; un incremento dei raccolti di riso in 13 Paesi dell’Africa sub-sahariana.

A registrate esiti migliori sono stati i progetti nei settori dell’alimentazione scolastica (quale risposta alle crisi socio-economiche anche post Covid) e dell’istruzione (come Bolsa Familia in Brasile, che fornisce alle famiglie più indigenti i soldi per istruire e vaccinare i figli).

Si sono constatati miglioramenti molto importanti relativamente ai (presunto) numero di persone malnutrite (ovviamente senza considerare il post Covid che ha invertito la tendenza di nuovo volgendola al negativo) dove c’è stata la volontà politica di sradicare la fame, com’è stato in Brasile nell’anno della prima presidenza Lula.

Infatti il problema è politico, basta scorrere l’elenco dei Paesi colpiti: in Haiti, Mali, Palestina, Sud Sudan e Sudan, la Food and Agricoltural Organization (FAO) e il World Food Program (WFP) prevedono catastrofi dovute alle violenze, agli sfollamenti, alla distruzione dei sistemi alimentati e al carente accesso umanitario.

Leggi anche la seconda puntata

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