NAPOLI – Ovunque e in ogni epoca, nel Sufismo e nelle sue musiche, il filo conduttore, la ragion d’essere, rimangono l’amore verso Dio, l’appello alla pace e alla fratellanza universale e, in particolare, l’anelito a riaccendere dentro di sé la consapevolezza della presenza divina. È quanto si prefiggono la ripetizione di litanie. La recitazione modulata di determinate parole in frasi (diverse a seconda delle Confraternite), che il più delle volte sono accompagnate da danze, musiche, movimenti del corpo, un particolare ritmo del respiro, spiega il professore Francesco Villano, che quest’anno è docente a contratto di Storia Contemporanea all’Università Federico II (facoltà di Scienze Politiche) di Napoli.
Inevitabile la associazione di idee con i Dervisci Rotanti
Sì. Appartengono alla Confraternita Mawlawiyya (Mevleviyyé in turco), tra gli ordini orientali più antichi, fondata da Mevlana Jalaluddin Rumi, persiano di famiglia ma vissuto a Konya in Turchia; probabilmente il maggiore poeta mistico di tutti i tempi, caratterizzata dalla danza estatica, rotante, da intendere quale rappresentazione simbolica della ricerca di unione con il Divino.
Ma attenzione: non sempre sono Dervisci veri quelli che animano spettacoli, specialmente in estate nelle località di villeggiatura.
Cosa significa la parola Sufi?
Ci sono varie possibili radici: l’idea di purezza (Safa), o il sostantivo suffa che ricorda una categoria di poveri e pìi personaggi che il profeta aveva ospitato sotto un portico (suffa) adiacente alla sua casa di medina, o la parola suf (lana grezza).
Punto di riferimento Sufi è il grande filosofo, mistico e poeta Ibn Arabi
Visse tra il XII e il XIII secolo, fu molto conosciuto e apprezzato anche da Dante Alighieri. I suoi scritti invocano la caduta delle barriere, la consapevolezza serena di un respiro largo quanto il mondo – una tale visionaria ampiezza di orizzonti fu ed è origine della diffidenza di ortodossi e tradizionalisti verso il Sufismo.
Peculiarità del Sufismo nei Paesi mediterranei?
Nell’Africa settentrionale sorsero, tra l’altro, la Confraternita Shadiliyya, fondata dal marocchino Abdul -Hasan al-Shadhili, la Tijaniyya e la Sanusiyya. Per quanto riguarda la prima, lo studioso cristiano Miguel Asin Palacios suppose che questa scuola avesse influenzato San Giovanni Della Croce nell’elaborazione del suo poema mistico “la notte oscura dell’anima, attraverso i Sufi Ibn Abbad al-Rundi. Alla Shadiliyya aderì uno svedese, Ivan Agueli, che a sua volta iniziò al Sufismo il filosofo francese René Guénon.
La seconda fu ispirata dall’algerino Abu-Abbas-al -Ahmad al -Tijani che si consacrò alla recitazione della Salat al-Fatih, una speciale preghiera del profeta
La terza, fondata da un altro algerino, si diffuse principalmente in Libia
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