Reportage/Kashmir: Srinagar e gli abitanti del lago Dal

Reportage di Silvia Dogliani | Foto di Angelo Redaelli

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Regna il silenzio sulle acque del Lago Dal, in Kashmir. A una decina di minuti dal caotico centro di Srinagar, la capitale estiva, gli abitanti di questa zona vivono un quotidiano tranquillo. Si spostano in shikara, sottili imbarcazioni prive di motore, aiutati da impercettibili, ma energici, colpi di remo. Immagine 1Le loro attività si svolgono sull’acqua: negozi, mercati, commerci, ma anche incontri conviviali, occasionali o di routine, hanno luogo sulle acque del lago, dentro le imbarcazioni o nelle tipiche dimore. Vivono, infatti, nelle houseboat, case galleggianti in legno di cedro stagionato. Queste affascinanti abitazioni mobili furono inventate dai britannici in risposta ad un editto del governatore di Dogra, che vietava agli stranieri di possedere beni immobili in Kashmir.

(guarda di seguito la Photogallery di Angelo Redaelli per FocusMéditerranée).

A quell’epoca, le houseboat erano di piccole dimensioni e venivano trainate lungo il fiume o ormeggiate sotto gli alberi di chinar del lago Wular. Oggi, sono ampie abitazioni, composte da più stanze, alcune delle quali trasformate in alberghi di lusso.

“Ho iniziato a occuparmi di turismo 12 anni fa”, spiega Hilal, proprietario del Shangloo Palace, una barca galleggiante ormeggiata di fronte alla Dal Lake Boulevard Road. “Quando ero ancora un ragazzo, – dice – mio padre aveva acquistato una piccola houseboat di due stanze e avviato, qui nel Lago Dal, la sua attività. Mi insegnò il mestiere e ora sono io ad avere la mia barca-albergo. Faccio parte della terza generazione!”.

IMG_8130 kOggi Hilal è un giovane imprenditore di 34 anni che parla perfettamente inglese e accoglie turisti da tutto il mondo. Quando gli chiediamo come vanno gli affari e se ci sono tanti stranieri che viaggiano in Kashmir, lui risponde che vent’anni fa c’erano molti più turisti, anche se pochi indiani. Oggi, il 50% proviene dall’India e il restante sono stranieri, soprattutto asiatici. Hilal lavora con i tour operator e con l’ufficio del turismo governativo. Dallo scorso settembre ha iniziato ad essere presente anche su TripAdvisor e, tra i social e il passaparola, è riuscito a farsi conoscere.

Sul lago Dal, ci informa, ci sono oggi circa 800 imbarcazioni e non è più necessario avere un permesso per possederne una. Il costo di una houseboat si aggira intorno ai 600mila dollari, e per mantenerla, ne occorrono circa 4mila all’anno. Ci chiediamo chi possa affrontare un simile investimento, ma non otteniamo una risposta soddisfacente.

Non molto lontano dalla houseboat di Hillal, nascosto nella parte più interna del lago, si trova il laboratorio di cartapesta “Persian Arts” di Mukhtar Gasi. Lo vediamo impegnato con Bashir, uno dei suoi artisti, a scegliere i colori per la nuova produzione. Il “paper machie” è un’arte antica, che ha origine in Persia. Mukhtar ci spiega, infatti, che già prima della dominazione islamica i persiani arrivati in Kashmir avevano importato quest’originale tecnica decorativa. “Seicento anni fa – dice Mukhtar – non c’era molta disponibilità di carta. Nell’epoca Moghul il paper machie veniva impiegato solo nei palazzi dei maharaja o per le doti delle giovani spose. E’ a partire dal 1960 che è diventato una risorsa per il turismo”.

1_cartapesta_640Circa novanta famiglie che vivono nel lago producono oggetti per il laboratorio-cooperativa di Mukhrar. “Lavorano da casa” – ci spiega – e periodicamente ci portano la loro produzione. Mio fratello ed io ci occupiamo delle vendite e delle loro provvigioni”. L’80% dei turisti che acquistano gli oggetti decorativi del laboratorio sono indiani. Gli stranieri, invece, provengono per la maggior parte da Cina, Singapore, Malesia, Taiwan e  Italia.
Dopo averci mostrato e spiegato tutti i passaggi per realizzare un oggetto decorativo in cartapesta, scambiamo qualche parola con Bashir, l’affezionato artista del laboratorio, che ogni mattina si siede sul suo metro quadrato di pavimento, accanto alla finestra, prende il sottile pennello e inizia un impegnativo lavoro di precisione. La sua mano è incredibilmente ferma, anche quando parla.

Ha imparato il mestiere da suo nonno, quando aveva solo 9 anni, oggi ne ha 35. Lavora dalle otto alle nove ore al giorno, ha un’ora di pausa per il pranzo e il suo stipendio mensile oscilla tra 8mila e 10mila rupie (circa 110/130 euro). I soldi non sono mai sufficienti per arrivare a fine mese e, dunque, tutti i membri della sua famiglia sono costretti a lavorare. In Kashmir non ci sono scuole artistiche o professionali che insegnino a fare questo tipo di mestiere. Gli artisti come Bashir sono tutti autodidatti. Il lavoro è faticoso e richiede molta concentrazione, forse è per questo che l’artista si augura un futuro diverso per i suoi figli.

A proposito di futuro, quali sono le prospettive per il “Persian Arts” e per gli abitanti del lago Dal? Mukhtar non sa trovare una risposta: “Non abbiamo un sito, non abbiamo i soldi per fare un po’ di promozione. Siamo isolati. Dimenticati”.

Di fronte al suo laboratorio individuiamo un lungo ponte in legno su palafitte. “L’abbiamo costruito noi abitanti del lago – ci spiega – per poter raggiungere la città, per mandare i nostri figli a scuola. E’ laggiù il nostro futuro!”, afferma con un sorriso.

Da Srinagar e dal lago Dal ci sposteremo sulle vette del Kashmir. Ma di questo vi racconteremo nella prossima puntata.

Clicca qui per guardare la puntata precedente: Reportage/ Kashmir, terra di confine.

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Da sapere:
– Le dominazioni:
 Il Kashmir, dopo la dominazione Moghul (1586-1707), fu ceduto agli afghani e, successivamente passò prima ai Sikh del Punjab e, dopo, al Maharaja di Jammu.
cartina-e131281291558715 agosto del 1947: l’India ottiene l’indipendenza dal Regno Unito. Secondo il ministero degli Affari Esteri indiano, l’India detiene ufficialmente il possesso dello Jammu e Kashmir col Trattato di Annessione del 26 ottobre 1947, firmato dall’ultimo maharajah kashmiri Hari Singh.
– Il Kashmir è suddiviso oggi in tre macro-aree controllate rispettivamente da India, Pakistan e Cina: Jammu-Kashmir è lo Stato federale che fa capo a New Delhi (si compone di tre divisioni: il Jammu, la Valle del Kashmir e il Ladakh); le province dell’Azad Kashmir e del Gilgit-Baltistan appartengono al Pakistan, mentre i distretti di Aksai Chin e Shaksgam alla Cina. Quest’ultima non è coinvolta nelle rivalità della zona dal 1962, ai tempi della guerra con l’India.
La Line of Control (LOC) è il confine provvisorio che separa la parte kashmira indiana da quella pakistana. La frontiera venne stabilita al momento della divisione tra India e Pakistan, dopo l’indipendenza. I due governi non sono mai arrivati alla stipula di un trattato di pace che chiarisca definitivamente i confini. Dal 1947, gli eserciti delle due nazioni si sono fronteggiati in tre guerre: nel 1948, nel 1965 e nel 1971.

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1 Comment

  • Hilal Shangloopalace

    thanks Silvia Dogliani. and Angelo. very good keep up h

    best wish from shangloopalace and Hilal

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