ROMA – “Finalmente abbiamo capito che dobbiamo prenderci cura del nostro aspetto per sentirci bene, proprio come si fa per il fegato o i denti”, osserva Paolo Siniscalco, medico chirurgo estetico. Studi a La Sapienza, master a Barcellona e a Beverly Hills (con Zein Obagi), Paolo è persuaso che i canoni di bellezza stiano cambiando: la tendenza è di apparire sempre più donna e meno femmina, sempre più uomo e meno maschio. Nostro compito, oggi, è migliorare – e non trasformare! – l’aspetto di chi ce lo chiede, a qualsiasi età”.
Potrebbe modificarsi anche l’immagine che da sempre abbiamo di un/a vecchio/a?
“Certamente. E’ patetico a 70 anni o giù di lì un volto senza rughe, ma se qualche ritocchino lungo il tempo te le riduce della metà e il fisico rimane asciutto, il fascino resiste eccome: per intenderci, Jane Fonda ha 76 anni, Richard Gere 67”.
Dipende molto anche dal cervello
“Infatti. ‘Cio-che-conta-davvero-è-la-bellezza-dell’anima’ cita un antico detto che ogni giorni di più si rivela essere in realtà un luogo comune bigotto. Adolescenti che, appena decidono di curare seriamente l’acne come una malattia, rifioriscono dal punto di vista della sessualità, dei rapporti sociali, della sicurezza di sé a scuola o sul lavoro. Giovani e meno giovani che ritrovano la voglia di vivere appena si liberano di un seno sproporzionato, per eccesso o per difetto, alla loro corporatura. Pazienti anche ottantenni per i quali attenuare le rughe, cancellare macchie o verruche o modificare altri difetti significa sentirsi a proprio agio nelle relazioni familiari, affettive, di amicizia. Di più: un buon numero di persone ormai ammettono, raccontano tranquillamente di frequentare uno studio di medicina estetica. Del genere che ricevendo un complimento tipo ‘che aria riposata, hai preso qualche giorno di vacanza?’, rispondono ‘no, ho fatto qualche punturina contro le rughe’. Anche questo parlarne senza farsi problemi dimostra che la mentalità sta davvero cambiando”.
Una nota dolente è il costo delle vostre prestazioni
“Bisognerebbe imparare a pensare che gli esseri umani, così come le opere d’arte, i macchinari e le case, hanno bisogno di manutenzione e restauri; magari limitati al massimo, ma fatti con regolarità. Altrimenti c’è il rischio che a un certo momento – come succede, appunto, per opere d’arte macchinari e case – si verifichino dei crolli che impongono interventi ‘strutturali’ impegnativi e ben più costosi. Insomma, vale anche nel nostro campo il classico discorso della prevenzione”.
Immagino ti siano a volte richiesti anche interventi che tu giudichi inopportuni
“Saper dire di no è fondamentale; devi spiegare in dettaglio tutti i come e i perché del rifiuto, ma se il/la cliente non vuole sentire ragioni, pazienza. Più di una volta, succede però che dopo un po’ di tempo torni. Personalmente, rifiuto di trasformare l’aspetto o di modificarlo secondo criteri diciamo superati, tipo labbra a canotto. Direi anzi che oggi stiamo sempre più rivalutando le proporzioni”.
In che senso?
“Che ai nostri giorni Anita Eckberg e Arnold Scharzenegger farebbero sorridere. D’altra parte, ci sono delle ragioni per i cambiamenti in atto: mi vengono in mente il minore consumo di carni e di grassi, la dieta vegetariana, la sempre più apprezzata dieta mediterranea, la pratica degli sport, la diffusione di un minimo di nozioni base sanitarie, il costante aumento delle donne che lavorano, la progressiva accettazione sociale dell’omosessualità, l’abitudine a contesti e gusti lontani anche geograficamente (lo stesso concetto di bellezza mediterranea ha avuto, nel tempo, interpretazioni diverse). Diventano sempre meno appetibili da un lato la femmina-fattrice chiamata a eccitare il maschio per essere ingravidata, dall’altro lato il maschio tutto muscoli, peli e (presumibilmente) ormoni. Si cercano più che altro dei compagni di vita con i quali prima o poi, fare magari anche dei figli.
Mah. In giro sento parlare tanto male della nostra epoca, eppure io incontro molta gente che ragiona ed è affascinata da chi ragiona”.