Segue senza dubbio una linea pubblicitaria discreta, la mostra “Tolerance, Oman’s message of Islam” appena inaugurata al palazzo Reale di Milano, aperta e con ingresso libero, fino al 22 febbraio.
Una mostra che è soprattutto un messaggio di dialogo e cooperazione tra il Ministero per le Fondazioni Religiose e gli Affari Religiosi in Oman e il Comune di Milano, utilissima, quasi necessaria, in tempi di paure, sospetti, tensioni politiche, culturali e religiose in Europa e in Medio Oriente.
Proprio questo cuore di necessità è evidente sia da parte dell’amministrazione meneghina (l’assessore alla cultura Filippo del Corno mette in evidenza il valore anticipatore della mostra “in vista di Expo 2015 che ci chiamerà ad interrogarci sul tema della convivenza tra i popoli per il futuro del nostro pianeta”), sia da parte delle autorità omanite (“c’è bisogno di cibo per lo spirito, dialogo e accettazione reciproca, come la vostra città fece 1700 anni fa quando Costantino emanò il suo editto”).
La mostra, patrocinata da Unesco, ha già toccato 60 città di ben 20 Paesi e continuerà ancora il suo giro. E’ costituita soprattutto da tavole informative – venti – sulla vita sociale e religiosa dell’Oman. Come recita la comunicazione ufficiale dell’evento, viene mostrato “innanzitutto il tema della coesistenza pacifica di diverse comunità religiose in uno stesso territorio, che da sempre è assicurata nel sultanato”. Nell’Oman, infatti, la gestione delle diverse comunità religiose è di competenza di uno specifico Ministero – il Ministero per le Fondazioni Religiose e gli Affari Religiosi – che incoraggia il dialogo e il confronto costanti tra le varie religioni, al fine di consolidare la consapevolezza di un’etica, di una morale e di una giustizia comuni.
Tutto, nella mostra, sembra voler dimostrare che un altro Islam è possibile, un Islam di convivenza e pace, posto che questa è effettivamente la norma e non l’eccezione delle terre islamiche, diventate altro per la lotta alle materie prime, l’ingerenza dell’Occidente, le dirigenze locali incapaci e rapaci. L’Oman si vuole tirare fuori da questo contesto dissestato, proponendosi come un luogo sicuro, da visitare e conoscere, senza paure di sorta. E’ abbastanza significativo, poi, che la mostra faccia capolino in Italia, con questa dovizia di particolari su geografia, storia, cultura e costumi solo due mesi dopo che l’Italia e l’Oman hanno siglato un accordo per i primi voli charter di turisti dall’Italia.
L’obiettivo “attrazione” viene raggiunto agilmente nella mostra tramite tavole esplicative e alcuni oggetti chiave della vita tribale locale: il pugnale d’argento istoriato, l’incensiere, il servizio da tè, il Corano. Abbastanza interessante la copia della lettera che il profeta Maometto spedì ai re dell’Oman nel 629 d.C. in cui li invitava a seguire l’Islam nonché la sezione della mostra che affronta la nascita dell’”ibadismo” (ossia la scuola di diritto islamico di cui l’Oman fu uno dei centri più importanti insieme a Bassra in Iraq nell’VII sec. D.C.). Cattura l’attenzione la proiezione a rullo del film documentario di Wolfgang Ettlich, vincitore del premio Grimme, sul tema della tolleranza religiosa in Oman dove le comunità – musulmana sciita e sunnita, cristiana copta, induista – vengono riprese nei momenti chiave della loro spiritualità: le celebrazioni religiose, la preghiera in moschea, il rituale del matrimonio.
Bella la sala delle sculture ispirate a uno dei pilastri dell’Islam, la preghiera, suggestiva per gli effetti di luce e ombre sui versi delle hadith coraniche, ma la mostra è complessivamente povera di pezzi d’arte o di altri contributi multimediali. Di sicuro raggiunge il suo scopo, ragion per cui crediamo che l’Oman sarà uno dei pochi Paesi arabi con una crescita turistica dall’Italia assai apprezzabile nei prossimi anni.
Info: Orari – Lunedì 14:30 – 19:30. Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9:30 – 19:30. Giovedì e sabato 9:30 – 22:30 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. L’ingresso è gratuito. È a disposizione dei visitatori un catalogo gratuito della mostra. Clicca qui per ulteriori informazioni.