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ROMA – Il web intreccia suggestioni amorose sia fra persone che pur abitando vicine non hanno fino a quel momento avuto modo di entrare in contatto, sia, in numero crescente, fra persone geograficamente lontane, che non ne avrebbero probabilmente mai avuto la possibilità. Incrociarsi online è diventato un modo come un altro per conoscersi – al pari di una casa di amici, una spiaggia, un viaggio, il posto di lavoro, un concerto.
Marino d’Amore, sociologo e criminologo, professore a contratto degli insegnamenti di Internet e Social Media e Social Network Analysis all’università Nicolò Cusano, spiega che qualsiasi relazione sentimentale virtuale è sanissima a condizione che preveda una verifica, un futuro e una prospettiva nel reale: essenziale è che online e realtà siano l’uno prolungamento dell’altro, che il primo non finisca con il sostituire la seconda.
Esistono persone predisposte agli innamoramenti online, situazioni nelle quali è più frequente?
Il virtuale procura grande conforto, specialmente a persone che si sentono sole sul piano esistenziale oltre che sentimentale. Consente di rappresentare se stessi come vorremmo essere; permette di interiorizzare e idealizzare velocemente una relazione, di cambiarla o anche di chiuderla senza traumi.

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Vogliamo spiegare un po’ di più?
Innamorarsi online offre un surrogato specialmente a chi, per ragioni che possono essere le più diverse, abbia difficoltà a vivere una relazione reale nel mondo reale. La mancanza di presenza fisica, di gestualità, di espressioni può da un lato favorire malintesi, ma dall’altro lato certamente smussa difetti, criticità, spigolosità. Essenziale è non suscitare aspettative irrealistiche, recitando un personaggio completamente diverso dal come si è; può succedere anche nel quotidiano, ma l’inganno viene generalmente scoperto in tempi relativamente brevi. Nella maggior parte dei casi, nel reale e nel virtuale ci si limita a qualche ritocco per riuscire più graditi al proprio potenziale pubblico – si potrebbe dire per aumentare il numero di like. Nella realtà vuoi fare bella fiducia davanti ai tuoi amici, però il loro numero è infinitamente inferiore rispetto a quelli che puoi avere nei Social, dove ogni tuo “amico” ha, a sua volta, un numero di “amici” ognuno dei quali ha, a sua volta, un altro gruppo di “amici…e così via, si moltiplicano pure i potenziali like.
Il dilatarsi delle relazioni in senso orizzontale va a discapito della profondità?
Oggi, relazioni superficiali e caduche sono un fenomeno ben presente nel mondo reale; condizionamenti economici e sociali fanno calare costantemente il numero dei matrimoni e dei figli; l’uomo e la donna sanno sovente intraprendere un percorso di emancipazione moderno, sano e responsabile, ma a volte impattano contro i retaggi di una educazione patriarcale. Online, la tendenza all’effimero è più marcata. La nostra, come diceva Zigmunt Bauman, è una “società liquida” che si decompone e ricompone rapidamente, in modo vacillante, incerto, fluido, volatile. L’unica certezza è il cambiamento. Questo principio trionfa in Rete, dove le relazioni hanno un ciclo di vita mediamente molto breve e sono soggette a cambiamenti repentini, sia nella loro forma endogena, sia nel senso che vengono abbastanza facilmente soppiantate da altre, egualmente virtuali e per un certo periodo egualmente coinvolgenti.
Un rifiuto nel virtuale viene vissuto in modo diverso da uno reale? Qual è la causa più frequente delle rotture online?
Alla prima domanda risponderei che in entrambi i casi vengono intaccati l’autostima e l’ego, ma che in una rifiuto virtuale manca tutto il contenuto di una relazione vera e propria, il vissuto, il contatto, lo scambio.
Quanto alla ragione più frequente di rottura, è il continuo rinvio dell’incontro reale. Un rinvio che nella sostanza è dovuto alla paura dell’altro, del diverso, ma che nel web si carica di una nuova dimensione: la paura di venire escluso dal “cerchio magico” di quella persona. Si chiama FOMO (Fear Of Missing Out) ed è tra i tipi di nuovi disagi collegati alla Rete.
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