DoveStiamoAndando? A cooperare con i palestinesi

GERUSALEMME – Cortesia, equilibrio, lucidità di equilibrio, sensibilità umana: Guglielmo Giordano è titolare dell’Ufficio dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione Italiana in Palestina (territori occupati e Gaza), dopo 6 anni di Mogadiscio con il medesimo incarico.

Guglielmo Giordano

I principali settori di intervento sono diritti umani, salute, sviluppo economico (quest’anno anche patrimonio culturale), senza dimenticare.

“Premetterei che i primi riguardano esclusivamente rapporti e situazioni tra istituzioni palestinesi e minori palestinesi, – racconta Guglielmo Giordano – esclusi, purtroppo, i minori palestinesi detenuti nelle carceri militari israeliane, triste fenomeno legato al conflitto in corso.
Le accuse più frequenti richiamano il disadattamento familiare o danni patrimoniali. In appositi centri di sostegno sociale, vengono ora attuati interventi di rieducazione e di supporto psicologico, messi a punto in partenariato tra la Procura Generale palestinese, l’UNICEF, diverse istituzioni italiane quali il Ministero della Giustizia e le Organizzazioni della Società Civile (OSC) in alternativa alle misure detentive”.

Secondo gli accordi di Oslo, la Palestina è suddivisa in tre grandi aree: a) sotto totale controllo amministrativo e in materia di sicurezza da parte dell’autorità palestinese; b) sotto controllo amministrativo palestinese e controllo israeliano in materia di sicurezza; c) sotto totale amministrazione israeliana (circa il 61% dell’intera superficie)

“In area c, ricordo – ero appena arrivato – il caso di una comunità di pastori che nel mese di dicembre, con temperature prossime allo zero, erano stati cacciati dalle loro terre, dove allevavano capre e pecore. Le loro tende finirono distrutte dai bulldozer, come anche le stalle, donate dalla comunità internazionale”.

L’occupazione incide in modo pesante sulla salute, e il Covid aggrava la situazione. I 6 ospedali di Gerusalemme est non hanno fondi sufficienti per coprire i servizi, la riscossione delle tasse essendo infatti gestita a livello nazionale dalle autorità israeliane che molto spesso bloccano le erogazioni all’autorità palestinese.

Nel settore pubblico gli stipendi non sono pagati con continuità e nemmeno al 100%; in quello privato, Israele fornisce quasi il 100% di energia, controlla l’acqua, l’importazione delle materie prime e l’esportazione del prodotto finito. Il tutto mentre il tasso di disoccupazione fra i giovani arriva al 53%.

I nostri progetti puntano più che altro nel settore privato, che soffre delle limitazioni appena menzionate. Stiamo anche incrementando il microcredito, soprattutto a favore delle categorie più svantaggiate (donne e giovani).

Fino a qualche anno fa, l’agricoltura dava l’impulso maggiore all’occupazione, poi, per le continue restrizioni all’importazione dei principali prodotti necessari alla produzione, i costi si sono impennati e l’occupazione, dal 16,7% che era nel 2006, è passata al 9,7 nel 2017″.

Israele e Betlemme. Ph. Silvia Dogliani

L’incremento del turismo, di ispirazione religiosa e non, comporterebbe molti posti di lavoro in più.

“Nella Chiesa della Natività a Betlemme si stanno concludendo i lavori che hanno portato al restauro dei mosaici della prima Basilica (Costantino, IV sec) e delle 12 colonne della navata centrale, dove ora si possono vedere i graffiti che i pellegrini di tutte le epoche lasciavano a ricordo. A breve, partirà un progetto integrato (coordinamento del Ministero del turismo Palestinese, partecipazione dell’ Università La Sapienza di Roma in collaborazione con l’Unesco) per valorizzare il sito archeologico di Tell al Sultan, a Gerico, che rappresenta l’origine della comunità urbanizzata per tutta l’umanità”.

E Gaza?
“Di recente è stato ricostruito il quartiere di Al Naida, gravemente danneggiato dai bombardamenti di luglio 2014, e da qualche mese è iniziata a Gaza city la realizzazione di un grosso complesso di 14 piani (Al Awal Building).

Il primo problema però è l’acqua. L’aumento del consumo di acqua dovuto alla crescita demografica – attualmente 2.050.000 persone vivono nella Striscia, lunga una quarantina di chilometri e larga dai 7 ai 14 – sta svuotando la falda acquifera che corre parallela alla Striscia, e l’acqua dolce viene progressivamente sostituita con quella salmastra, del mare che penetra nella falda, inquinandola”.

Share this article

About the author

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may also like

Read in your language

Listen to our podcast

Reserved area

Write For Us

Job and Future

Not Only Med

Receive our news

Search

Previous months

Archives
Edit Template

Partnership

All rights reserved © Focusméditerranée | registered at the Court of Milan, Italy (n.182 on 31/3/2011) | Privacy policy