Come saremo: Il distanziamento ha stimolato una nuova sensibilità estetica, le limitazioni hanno sferzato la creatività; e Internet si conferma definitivamente in grado di colmare distanze siderali non soltanto geografiche

Ph. Angelo Redaelli ©
CATANIA – “Il confinamento ha cambiato gli spazi della musica a livello sia architettonico sia di fruizione: stanno emergendo altri modi possibili di percepire, fruire, comporre. Alcuni già pensano le loro opere in modo differente dal punto di vista scenico, ad esempio con le sezioni orchestrali disposte in altra maniera”, dice Angelo Sturiale, artista visivo e musicista, cosmopolita per vocazione e realtà di vita. Lauree in Lettere Moderne e Pianoforte, compositore invitato e artista-in-residenza a nord sud est ovest (Europa, Giappone, New York…), ricerche teoriche e opere musicali sostenute da alcune fra le più prestigiose istituzioni internazionali, Angelo ha insegnato per cinque anni discipline teorico-musicali all’istituto Tecnologico di Studi Superiori di Monterrey. Rientrato a Catania, ha attraversato la pandemia con la curiosità vorace con la quale vive.
“Il distanziamento – prosegue Angelo – ha profondamente modificato le modalità di esecuzione in alcuni teatri d’opera, dove la platea è stata rimossa e trasformata in palcoscenico, con il pubblico sistemato nei palchi intorno; probabilmente si continuerà così, soprattutto per le produzioni di contemporanei. Né sarà facile riunire i violinisti di nuovo vicini, perché si è come creato un precedente sia dal punto di vista acustico sia estetico; tra l’altro gli archi distanziati creano, secondo me, una bellezza, un’eleganza prima non immaginabile”.
Questo, per la musica classica
“Cambiamenti egualmente importanti per il mondo del rock, pop, jazz, heavy metal e di altri generi che prevedevano assembramenti e interazione fra pubblico e interpreti. Parecchi artisti hanno tenuto concerti a distanza, da casa, a favore di un pubblico che si è dimostrato sempre più entusiasta. Tanti profili di social si sono popolati di musica e note. Anche gli ingegneri e i tecnici del suono, sia dal vivo sia per le registrazioni discografiche, stanno modificando profondamente i loro parametri.
Di più: succedeva già da qualche tempo che un’orchestra in presenza in un determinato luogo interagisse con cantanti in tutt’altra parte del mondo, ma questa possibilità acquista oggi un senso diverso, diventa autentico pensiero del nostro tempo.
Penso che nel futuro, fruizione a distanza ed esecuzione in presenza, in simbiosi, proporranno modalità di esecuzione davvero nuove”.
Qualcuno però rifiuta tuttora di ascoltare i concerti sinfonici on line
Posso anche capirlo, manca ‘il rito’ del prima durante dopo, mancano persino i colpi di tosse; tuttavia, molti che non frequentavano gli spazi dei concerti hanno scoperto la musica grazie alla modalità on line”.
Le arti visive?
“È tornato il concetto di mostra digitale. Se ne parlava da anni, forse sin da quella ‘riproducibilità tecnica’ che Walter Benjamin auspicava come destino delle opere d’arte, ma l’apporto della rete sembrava troppo freddo per veicolare la loro bellezza. Anche qui, però, la scelta è tra fruire dell’arte attraverso la digitalizzazione, o non fruirne affatto.
Ai musei, Internet fa solo bene: il doversi prenotare impone la civiltà del non ammassarsi, rispettare le opere, goderne con una fruizione più mediata; penso anche alle guide, ai critici che potranno spiegare senza essere assorbiti da mandrie indiscriminate di visitatori”.
Rivolgimenti anche nella moda, che come sappiamo è lo specchio del proprio tempo?
“Certamente. Un esempio: la mascherina modificherà presto la sua funzione da presidio sanitario a fatto di seduzione. Tipo la cravatta che, ideate per chiudere la camicia e rafforzare la chiusura del colletto, è rimasta quale accessorio estetico. Disegnare collezioni di mascherine è già una realtà, impareremo a decorarle in maniera creativa. Approfondiremo sempre di più il significato dello sguardo; il trucco cambierà completamente, tra l’altro sono crollate le vendite dei rossetti”.
In definitiva, sembra che stia cambiando proprio tutto
“Le limitazioni ci hanno oggettivamente imposto di rivedere e riformulare canoni, abitudini, convenzioni. Ci stiamo perciò aprendo mondi, perché la sola realtà che non potrà mai scomparire è il pensiero creativo”.
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