
ROMA – La pandemia in corso ci immette nel meraviglioso mondo dei no-vax, l’università della vita continuamente sforna specialisti in ogni branca dello scibile e i complotti snodano deliri consolatori (ipotizzare che ad arpionare le nostre vite siano poteri misteriosi invece di uno stupidissimo virus, è decisamente meno devastante). Realizzare che non si tratta di battersi pro o contro una ideologia, ma di combattere un virus, sembra ben sovente oltre la soglia media di comprensione. Ininterrottamente dai Social tracimano frustrazione rabbia ignoranza malafede, intimidazioni più o meno esplicite, proteste, paure e soprattutto paure manipolate.
Il virus quale castigo d’Iddio: la ferocia della superstizione popolare riaffiora granitica dai secoli, qualche voce anche importante del clericalismo approva e fomenta. Ci vorranno probabilmente secoli prima che la Chiesa del Concilio Vaticano ll e di papa Francesco metta in crisi la programmata, redditizia, industria della mortificazione.
Dall’inizio della quarantena nazionale (9 marzo), Fratelli d’Italia risuona dai balconi al tramonto. Pagassero le tasse, prima di ululare amore patrio. “Ov’è la vittoria?“: sarebbe magari nel dimezzare (azzerare è al di là dei sogni) l’evasione fiscale e contributiva, che ammonta a circa 110 miliardi di euro l’anno (senza considerare l’economia sommersa, i soldi non dichiarati di chi ha più di un lavoro o quelli generati da attività illegali), con oltre 38 miliardi di perdita di gettito per lo Stato. “Siam pronti alla morte!“: certamente, visto che abbiamo 5090 posti letto in totale per la terapia intensiva (28mila in Germania, dove, tra le altre differenze, c’è pure che là, le tasse si pagano). “Com’è bello fare l’amore da Trieste in giù” sostituisce, dopo qualche giorno, l’inno nazionale – patriottico pure quello, in fondo. Poi niente, non si canta più.
La quarantena affanna gli amori segreti, però se un amore non regge a due/tre mesi di assenza non ne vale la pena. Serio invece il problema estetico: una peluria vagamente sparsa cresce su donne e uomini, la pelle ingrigisce e i capelli con o senza colore senza forma senza senso.
Le famiglie del Mulino Bianco scoprono intanto con finto sgomento che sono in realtà topaie, due su tre delle Residenze dove gli adorati-nonni-eredi-della-sapienza-antica continuano a morire. Durante il primo dilagare, in alcune Residenze per anziani in Lombardia vennero allocati pure dei malati di Covid-19. Tanto prima o poi tocca morire, no?
Definitivamente deposto Anchise, Enea si aggira come belva in gabbia. La convivenza forzata, il più delle volte in spazi ristretti, sdogana i peggiori istinti. Depressioni, violenze, liti. Ventuno femminicidi (la piaga di sempre) da gennaio a maggio. Disagi anche pesanti sono destinati a perdurare quando ritroveremo facoltà di movimento. Uno studio dell’università di Bristol pubblicato di recente su Lancet Psychiatry prevede serie conseguenze della pandemia sulla salute mentale; rischio aggravato dalle ristrettezze economiche e sociali, dalle violenze domestiche, dall’abuso di alcol.

La retorica ha già ipotecato l’immediato futuro: “Saremo tutti più buoni”. Come no, se ne intravedono i prodromi. Angosciati da fulminea indigenza, a Roma qualche professionista proprietario di immobili in via Frattina e alcuni loro colleghi che a Milano fatturano solitamente da 500mila euro in su, chiedono e arraffano i 600 euro di aiuti governativi. Gattili e canili straripano: pare troppo difficile pure il concetto che noi possiamo contagiare gli animali ma loro non possono contagiare noi. Le cronache di diverse città raccontano di furti e di mercato nero di mascherine e materiale sanitario, riferiscono di truffe su inesistenti test di controllo proposti a ben caro prezzo.
Non saremo affatto più buoni. Le difficoltà economiche incattiviscono. Le mafie alimenteranno le proteste, e alcuni non aspettano altro che i militari per strada.
1 Comment
Bellissimo come scrittura questo articolo…e deprimente con la sua saggezza.