MILANO – Un’osservazione che specialmente negli ultimi anni si sente ripetere è che del (presunto) peggioramento della sicurezza collettiva la responsabilità maggiore risalirebbe alla Rete (A pensarci bene, niente di sostanzialmente nuovo: ieri, era della televisione, l’altro ieri dei giornali etc etc).
Avvocata Lidia Lo Giudice, davvero la rete influenza sulla quantità e qualità dei reati?
Internet ha sconvolto il modo e ce lo ha messo a disposizione il mondo, nel bene e nel male. Truffe, hacker che rubano dati e li inseriscono nel dark web dove i crimini non conoscono limite, cyber bullismo, foto intime pubblicate per vendetta, traffici di droga e di ogni altro genere nessuno escluso. Le droghe leggere non esistono più, sono sempre potenziate da additivi chimici, la canna di 40 anni fa era tutt’altro, lo spaccio nel parco è ormai solo per tossicodipendenti tipo anni ’80.
Possibili rimedi?
Renderci conto che nello spazio virtuale ci sono spazi e ambienti da evitare, esattamente come in quello reale; e, almeno altrettanto importante, non farci superare dai criminali nella conoscenza, diffusione, uso del mezzo informatico.
C’è bisogno di più controlli su bambini e adolescenti?
Direi che c’è bisogno di controlli più intelligenti: non demonizzare, stare nella realtà, essere informati, evitare consigli ridicoli (tipo “Non parlare con estranei”), o provvedimenti potenzialmente controproducenti (tipo “non ti compro il cellulare” – e se incappi in un incidente, o un’aggressione, o ti perdi?); il punto è che devi sapere chi siano gli amici dei nostri figli in rete e nella realtà. Le risse tra adolescenti ci sono non perché i-ragazzi-di-oggi siano tutti criminali, ma perché oggi scoprono la violenza tutta insieme, di colpo, come la sessualità; la violenza è nei videogiochi, i Social a volte possono essere l’equivalente di una macchina da corsa in mano a un ragazzino.
La ‘ndrangheta al nord Italia sembra ormai stabile
Sì, da una 30ina di anni. Traffico di stupefacenti e di rifiuti tossici, estorsione, riciclaggio, frode fiscale, vendita di crediti d’imposta fittizi, reati informatici, soldi riciclati in genere nel commercio o nell’edilizia, numero crescente di laureati all’apparenza insospettabili. Ridimensionato invece per il racket della prostituzione, che si esercita sempre meno per strada, piuttosto in appartamenti o alberghi, sovente in modo non continuativo e non sempre per obbligo. Rispetto a mafia e camorra, la ‘ndrangheta ha maggiori disponibilità economiche, è più ermetica, meno in contatto con la modernità, è basata su legami di sangue e vincoli rafforzati da matrimoni fra famiglie, rarissimi i pentiti. Dal ’91 ad oggi, sciolti per criminalità organizzata ben 350 Comuni in Italia. Ma senza la complicità oggettiva dei residenti, che obbedivano ai soprusi e chinavano il capo, non saremmo arrivati a questo punto.
Perché fai l’avvocato?
È la professione più bella del mondo, aiuti tuo fratello a uscire dall’ingiustizia; peccato non ci siano gli strumenti adeguati per svolgerlo al meglio.
Cosa vuol dire?
Che facciamo tutto sulla falsariga anglosassone senza averne però gli strumenti, così succede pure che cancellieri siano penne, i ragazzi delle forze dell’ordine in 4 in una stanza con dei computer obsoleti, se c’è un corto circuito prende fuoco la caserma. C’è urgente bisogno di rendere tutto telematico, in Europa lo è da sempre, sia nel civile sia nel penale; da noi è limitato al civile. Una volta l’avvocato era Demostene, oratore; ora è un mediatore con la legge.
Le qualità di un buon avvocato?
Psicologia e buonsenso, non in maniera amorale e non solo per amore di parcella. Devi far ragionare il cliente, dirgli la verità, l’ho constatato con tutti i miei clienti, compreso il cantante Morgan che ha fama di volubile e capriccioso, in realtà è molto lucido, equilibrato. Oggi la meta è concludere in sede di mediazione, ti fa risparmiare in tempo e danaro, purtroppo è ammessa solo in ambito civilistico. Ma un altro problema è che – come diceva mio padre – a volte il peggior nemico dell’avvocato può essere il cliente, perché pretende tutto, non si rende conto della realtà e delle dinamiche legali.
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